RELAZIONE DEL REGGENTE AL RADUNO DI SPIGNON
28 AGOSTO 2011

Ventinove anni fa , il 26 settembre 1982, inauguravamo questo Monumento in onore dei Caduti del nostro Reggimento, Reggente della Associazione Reduci l’indimenticabile Ten. prof. Gino Corbanese, Madrina la valorosa Ausiliaria Sig.ra Malvina Fant Marinucci.
Allora eravamo una nutrita schiera in grado ancora di iniziative e di reazioni e, sopratutto, ancora fiduciosi in un avvenire di giustizia e di pace, increduli che il Popolo Italiano non si ribellasse alla menzogna e al disonore.
Oggi siamo, qui di quei Reduci meno di una decina, stanchi, delusi ed amareggiati per quanto ci ha riservato la Patria, per quanto sta succedendo nel mondo, ma grati al buon Dio per averci consentito ancora una volta di poter onorare i Fratelli lasciati sul Campo ed esprimere ad Essi l’affettuoso perenne ricordo.
Ricordo che porta a riguardare il tempo passato ed a confrontarlo con quello presente e a meditare su grandezze e bassezze, su verità e menzogne, su onestà e indecenza.
Alcune riflessioni!
Il mondo creato dai vincitori della seconda guerra mondiale sulle rovine del nostro, che avevamo difeso fino all’ultimo sangue, è crollato. La pace universale garantita è stata una illusione, la pretesa di parificare genti e regimi, la concezione stessa del consorzio umano, l’imposizione di sistemi, che dovevano avere Valore universale sono falliti, guerre ancora più sanguinose e più subdole in continuazione sono sopravvenute per ragioni politiche economiche, di potere, di egemonia, di razza e di religione. La stessa O.N.U. è un inutile consesso, che produce solo mozioni.
I vincitori di allora sono i veri sconfitti. E tanta turbolenza continua in un inesorabile crescendo, come tutti constatiamo, complici il consumismo e la globalizzazione l’evoluzione tecnologica non accompagnata dalla parallela necessaria educazione e, non da ultimo, l’incontrollato potere dei padroni del denaro. Libertà non guidata dal culto della morale hanno fatto il resto, provocando la proliferazione dei peggiori delitti nei riguardi dei singoli e dei popoli. L’incolumità personale stessa è messa in pericolo! Tutto ciò dimostra il fallimento del sistema mondiale allora instaurato.
Quale differenza coi nostri tempi, certamente non scevri da errori, ma semplici, poveri, tradizionali, onesti, ricchi di etica (basti ricordare quel deputato, che dovette dimettersi per la vergogna di essersi appropriato di una matita di proprietà dello Stato). Esagerazioni, s’intende, ma anche dimostrazione di valori scomparsi. Noi, i vituperati sconfitti di ieri, ci consideriamo i vincitori di oggi.
Questa la nostra triste, ingrata soddisfazione! Questa la vittoria, che noi celebriamo nel 150° dell’Unità d’Italia, che, purtroppo, appare una unità minata, una unità fasulla, nonostante gli Alti, accorati appelli.
L’Italia, se persisterà sulla strada intrapresa, tornerà ad essere l’espressio geografica, descritta nel ‘800!
Un esempio: da un lato per reperire i soldi sperperati in sessanta anni si sta addirittura sovvertendo l’ordinamento dello Stato senza accorgersi che le innovazioni proposte porteranno ad ulteriori e ancora peggiori conseguenze: bastava ritornare all’antico ed avremmo ottenuto immediatamente e contemporaneamente il pareggio del bilancio dello Stato ed il risanamento di tutti i debiti; dall’altro, stiamo assistendo alla rinascita degli Stati pre-unitari, con nuovi sovrani, senza corona, sì, ma con ben maggiori poteri, e pretese.
Questa la situazione in generale nel mondo ed in Italia, che conferma il fallimento di ideologie, di dottrine e di principi.
Scendendo ora a situazioni particolari basta soffermarsi sul trattamento riservato a Coloro che, pure essendo Caduti per la Patria, sono Caduti (come è stato detto!) dalla parte sbagliata. Si tratta dei nostri Caduti, che dopo oltre mezzo secolo, sono ancora ufficialmente ignorati, quando non vilipesi, e cioè indegni di un Popolo, che si dice civile e pretende ancora di esaltare i valori della libertà e della democrazia, che invece platealmente calpesta.
Nella manifestazione, che si terrà su un monte qui vicino fra una settimana ad iniziativa dell’ANA sarà scoperta una Lapide in ricordo ed in onore di Militari Alpini Caduti nelle Missioni Internazionali di Pace. Ottima iniziativa, certamente, che noi approviamo perchè onora Soldati d’Italia, che hanno compiuto il loro dovere, fino all’estremo sacrificio per ubbidire alle Leggi della Patria, ma perchè la stessa benemerita Associazione non ha fatto altrettanto per gli Alpini della R.S.I., che 67 anni prima sono morti per difendere il suolo della Patria? Indubbiamente la ragion di Stato, imposta dai liberatori di casa nostra, prevale ancora sulla giustizia, e sulla pace!
E ancora, a proposito del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, abbiamo assistito alle solenni manifestazioni rievocative celebrate. E’ stato sfogliato il grande Libro della Storia e e sono state tratte e riprodotte le pagine della verità e ciò è assolutamente condivisibile. Ma in quel libro sono state alterate delle pagine per esaltare episodi e valori di parte e ciò non è degno per Coloro che pretendono di essere i custodi del giusto e del vero.
Ma vi è di più: in quel gran Libro molte pagine sono state strappate e gettate nel fango. Sono le pagine delle guerre d’Africa, del Carso e del Piave, del Adamello e del Grappa, di Trento e di Trieste, le pagine dei seicentomila Caduti per la Patria, le pagine della resurrezione, della pace sociale e religiosa, dell’impero, della dignità riconquistata. Sono ancora le pagine della seguente generazione immolatasi nella Seconda Guerra Mondiale in Grecia, in Francia, in Russia, in Balcania, a Cheren e ad E1 Alamein, nei Mari e nel Cielo. Le pagine di coloro che hanno lasciato la vita in causa della resa incondizionata dell’8 Settembre 1943, della guerra civile fra Italiani, Fra quelle pagine strappate c’erano anche i centomila Caduti della R.S.I. e in Essi anche i nostri Caduti, i cinquecento dimenticati dalla Patria: quelli dell’Isonzo, del Bacia, del Vippacco, del Carso, del Natisone e i trucidati, i sepolti vivi, gli assassinati a tradimento di fronte ai propri figli, e i suicidi per disperazione. Quelle pagine strappate dal Grande Libro noi le abbiamo raccolte e le deponiamo qui sotto questo Monumento a testimonianza della nostra opera di ricerca e di purificazione, per rimetterle poi al loro posto nel grande Libro della Storia in perenne memoria dell’unica verità. Questo, il nostro dovere per vendicare l’ignominioso silenzio che la Patria ha riservato a quella parte dei Suoi Figli.
Ma quel silenzio già da tempo è stato rotto: i giovani hanno capito che dietro le bugie, le omertà, c’erano le verità sconosciute e stanno insorgendo col loro interesse per conoscere, per capire, per imparare dalla Storia, ciò che essa contiene ed insegna: la verità. E la presenza così numerosa di Voi Giovani ancora una volta e maggiormente ne è la prova e noi Superstiti di quegli eventi siamo orgogliosi di tanto, perché la nostra fatica di tanti anni non è stata vana e noi vi ringraziamo.
Potremo quindi andarcene fieri per avere seminato bene, per avere dei successori cui lasciare il nostro retaggio.
E’ una prova evidente che le nuove generazioni vogliono conoscere le verità della Storia è proprio di questi giorni, anzi di ieri, quando a Tricesimo ha avuto luogo la seduta del Consorzio fra Associazioni di studio e di culto della Storia, al quale appartengono anche Amici ed estimatori oggi qui presenti, seduta alla quale anch’io sono stato gentilmente invitato e che mi ha offerto il piacere di ricevere espressioni d’onore nei riguardi del nostro Reggimento. Speriamo che sia l’inizio di una nuova era! A nome di questa Associazione Reduci ringrazio Quanti a tutt’oggi: Autorità, Associazioni, Rappresentanze, Camerati, Estimatori e Amici ci sono stati tanto fedelmente vicini ed in particolare Coloro che tanto valorosamente hanno sostenuto le nostre istanze e le nostre rivendicazioni, anche se senza fortuna. Con questo incontro noi Superstiti intendiamo doveroso chiudere. L’età non ci consente più di portare un peso, per noi, così gravoso ed impegnativo, essendo anche rimasti in poche unità operative. L’Associazione certamente continua; i Giovani subentreranno in nostra surrogazione. Ad Essi buona fortuna! A tutti un fraterno affettuoso abbraccio.

Viva il Reggimento “Tagliamento”. Viva l’Italia!